Toni Di Grigio

Questa domenica è stata l’ultima uscita pre-Nepal, in compagnia del buon Fabio.

E dato che lui non ha più voglia di scrivere ma pensa solo alle sue foto e a magnar e beva, tocca a me il piacevole compito del racconto.

Sapevamo che il tempo sarebbe stato piuttosto schifoso, ma ci volevamo fidare nell’Arpav che, con le sue previsioni “schiarimenti in giornata”, ci poteva illudere di godere almeno di un minimo di panorama…

Ci siamo infatti illusi.

Per chi avesse voglia di fare il giretto, ecco il dettaglio “tecnico”:

  • Dislivello: 1000 mt circa
  • Difficoltà: E (a mio avviso EE per il discreto impegno fisico)
  • Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 andata, 2 ritorno
  • Cartografia: Tabacco n. 23 (Alpi Feltrine – Le Vette – Cimonega)
  • Partenza: Passo Croce D’Aune (1015 mt)
  • Arrivo: Rifugio Dal Piaz (1993 mt)
  • Da Croce D’Aune (poco dopo Pedavena, seguendo le indicazione stradali) si risale inizialmente la strada asfaltata (segnavia 801) per poi abbandonarla dopo qualche tornante e prendere sulla sinistra il sentiero. La salita prosegue nel bosco, sale con una certa ripidità (scivoloso in caso di pioggia, data l’abbondanza di rocce e foglie secche). Il sentiero taglia e costeggia una vecchia strada militare che s’incrocia e può essere una variante per chi non ha voglia di fare troppa fatica (allunga comunque moltissimi il percorso). Si sale poi in costa e permette, nelle belle giornate, di godere di uno splendido panorama. Si abbandona dopo circa un’ora il bosco e il sentiero piega verso est, incrociando nuovamente la strada. Poco più su il sentiero taglia nettamente sulla destra (fare attenzione con scarsa visibilità in quanto viene spontaneo continuare lungo la strada e si allungano i tempi!). Si risale ripidamente e lungo altre scorciatoie si arriva al Rifugio Dal Piaz (1993 mt). Il ritorno avviene per lo stesso sentiero o si può variare seguendo la strada. Per chi volesse è possibile proseguire l’ascesa verso il Passo delle Grandi Vette ed il monte Pavione) NB: in molte recensioni è indicata la Tabacco n. 22. Negativo! Probabilmente a seguito aggiornamento, la zona è compresa nella Tabacco n. 23 e non nella 22!

Il viaggio sotto la pioggia in direzione Croce D’Aune è stato piacevole, chiacchierando del più e del meno. Colazione al volo a Feltre e via verso Pedavena. Per strada già avevamo iniziato a segnare le varie trattorie e locande dove andare a mangiare dato che il tempo sembrava proprio non volerne sapere di aprirsi.

L’arrivo a Croce D’Aune è facile e lasciata l’auto nel parcheggio del piazzale, ci siamo bardati per bene perchè faceva freschetto (4 gradi). Umidità a non finire, nubi alla Vodafone (tutto intorno a te!) e pioggerellina che andava e veniva. Il segnavia 801 inizia proprio sulla strada e prosegue per qualche tornante fino a deviare finalmente nel bosco. L’ascesa è faticosetta. Va su bene, tra rocce e foglie secche scivolose. Iniziamo a toglierci giacca e poi pile perchè l’umidità è tanta e si suda un bel po’. Inizia a piovere e a cadere roba ghiacciata. Ma andiamo avanti, nonostante ogni scusa sia buona per proporre di scendere alla Birreria Pedavena e finire la giornata con la panza piena. Ma siamo stoici e continuiamo.

Dopo una mezz’oretta iniziamo a trovare la neve (che aspettavamo e per la quale eravamo pure forniti di ottime ciaspole by Cioli™). Insieme alla neve aumenta anche la coltre di nubi che riducono non poco la visibilità. Fantastichiamo sui panorami che ci stiamo perdendo e a poco servono anche le macchine fotografiche dato che a parte il bianco della neve ed il grigio della nubi, la giornata non offre alto. Risaliamo per un discreto tratto lungo il versante ovest fino a piegare verso est, dove il sentiero si ricongiunge momentaneamente con la strada. Si prosegue risalendo la costa ovest dove i panorami si sprecano (in teoria) e la neve aumenta. Fortunatamente però è abbastanza compatta e troviamo anche delle altre impronte che sembrano fresche. Questo ci evita di fare altra fatica e di dover mettere le ciaspole. I segni sono quasi sempre bene presenti, anche se la neve e la scarsa visibilità complica un po’ le cose. Perdiamo infatti una possibile scorciatoia che ci avrebbe fatto risparmiare un dieci-quindici minuti e proseguiamo dritti per la strada che si allunga in piano verso ovest. Ci viene il dubbio che stiamo andando un po’ “affanculo” ma la visibilità è veramente limitata a 10-20 mt in alcuni momenti. Siamo comunque giusti, dato che avanzando ancora un po’ troviamo il cartello (mt 1927) che si trova proprio sotto le Vette Grandi indicante il rifugio.

Ancora una cinquantina di metri e finalmente, quasi come un vascello fantasma si mostra a noi il Rifugio Dal Piaz. Arriviamo con gioia perché siamo piuttosto stanchi e abbiamo anche fame. Lì troviamo tre simpatici signori che condividono la nostra stessa impressione. “Non siamo gli unici matti che vanno in montagna con questo tempo!”

I signori erano proprio quelli di cui avevamo trovato le impronte lungo il percorso. Un rapido scambio di saluti ed i tre, con gli ombrelli se ne sono andati (la prima volta che vedo escursionisti con l’ombrello!). Il rifugio sembra proprio bello (almeno da fuori). Moderno, da poco ristrutturato e con il bivacco invernale che odora ancora di legno appena tagliato. La neve è tutta intorno, il cielo ed il panorama completamente grigi, tanto che da fastidio agli occhi. Niente da fare, oggi non è giornata da foto e panorami romantici!

Non ci resta che sfogarci su quello che ci viene sicuramente meglio, ovvero l’ottimo salame “de casa” del mastro Cioli, unito a pane nero e un bel pezzo di formaggio. Lui sì che ne sa! Dopo il pasto anche un bel sorso di grappa ci riscalda da tutta l’umidità che abbiamo in corpo. Ora si sta decisamente meglio. Non si può dire la stessa cosa del tempo che invece di schiarire, riduce ancora di più la visibilità. Il piano alternativo è scendere e andare in birreria Pedavena e darci dentro.

Scendiamo e stavolta, senza nemmeno renderci conto facciamo la scorciatoia corretta che ci abbrevia un po’ il percorso. La discesa è un po’ monotona e nell’ultimo tratto dobbiamo fare attenzione perché sassi e foglie sono lì pronte a farci scivolare (cosa che puntualmente faccio). Incontriamo anche un paio di personaggi che si fermano a farci un paio di domande alle quali il buon Fabio risponde con cortesia e poi ci congeda con tutta la classe che solo lui può avere: “Va ben fioi, ndemo xò a beva nà birra”

In meno di due ore siamo all’auto ed il tempo ora ha deciso di “aprirsi” un po’ a valle e far uscire anche qualche timido raggio di sole. Buttiamo lo zaino e ci infiliamo nel bar che si trova proprio lì in piazza. La birra che ordiniamo ha vita breve e il gusto nel berla è qualcosa de indescrivibile. Si riparte per Pedavena, dove con nostra gioia scopriamo essere aperta (e piena di gente). Belli zozzi di fango ci sediamo e ci sbafiamo due bei Baby Wurstel con patatine (erano già le tre, mangiare di più significava dormire lungo il viaggio…) Anche qui la birra non ha avuto il tempo di riscaldarsi e dopo aver scandagliato le varie zoccole che gironzolavano per il locale, siamo ripartiti con una stanchezza e sonnolenza non da poco. Lungo la strada ci siamo tenuti svegli a botte di finestrino aperto e una sosta gelato+chinotto ha contribuito a svegliarci un po’ di più.

Così si è conclusa una bella giornata, certo il panorama è stato zero, ma la compagnia eccellente ed il piacere di condividerla in un ambiente come la montagna ripaga sempre da tutte le fatiche.

Prosit!

A voi le uniche foto fatte nei momenti con un po’ più di visibilità:

Rifugio Dal PiazRifugio Dal PiazRifugio Dal PiazRifugio Dal Piaz

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3 risposte a Toni Di Grigio

  1. Fabio dice:

    Bravo!
    Non avrei saputo fare meglio. Mi sarei però soffermato un po’ di più sulle tette delle cameriere della Birreria Pedavena, ma si sa, de gustibus…

  2. CptUncino dice:

    ma bellah…Ricordati di passare afar saluti pre nepal!

  3. Ivo dice:

    Detto.. Fatto 😉

    Fabio, hai ragione! Più tette meno montagna!! 🙂

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