Monte Paterno

La scorsa settimana, dopo tanto, c’è stata un’uscita dei Fantastici 4. Solo i 4 Fantastici in un’uscita di prova per una gita del Cai di settembre. Il giro in questione, solamente parziale rispetto alla gita, è stata la salita al Monte Paterno, nelle Dolomiti di Sesto. Gran bel giro, decisamente piacevole, divertente e di grande effetto per il panorama che si può godere lungo tutto il percorso. Per chi è interessato, eccovi la consueta scheda riassuntiva! Da notare inoltre che il percorso è ricco di varianti più o meno facili, e più o meno lunghe, quindi c’è  davvero l’imbarazzo della scelta!

Sentiero Attrezzato Monte Paterno, dal Rifugio Auronzo:

  • Dislivello: 500 mt circa
  • Difficoltà: EEA (tratto attrezzato, qualche passaggio moderatamente difficile, richiede kit da ferrata e una torcia!)
  • Tempo di percorrenza: 5/6 Ore
  • Cartografia: Tabacco n. 10 (Dolomiti di Sesto)
  • Partenza: Parcheggio Rifugio Auronzo (accesso tramite strada a pedaggio!!!) (mt. 2320)
  • Arrivo: Cima Monte Paterno (mt. 2744)
  • Da Misurina, lungo la SP 49, si risale la strada a pedaggio e si arriva ai parcheggi nei pressi del Rifugio Auronzo. Da qui a piedi tramite comoda strada sterrata si passa per il Rifugio Lavaredo, si oltrepassa l’omonima forcella e si arriva poco prima del rifugio Locatelli, dove inizia la risalita al Monte Paterno. Poco dopo l’inizio della salita si entra nelle gallerie (necessaria torcia) della prima guerra mondiale. Dopo le gallerie inizia il vero tratto attrezzato che porta in circa un’ora alla cima del Paterno. La discesa avviene in parte per il medesimo percorso per poi deviare verso il sentiero delle Forcelle sino a raggiungere la Forcella dei Laghi, dalla quale si può scendere direttamente al sentiero 101 che riporta in circa mezz’ora al rifugio Locatelli.  Si può eventualmente continuare sino alla forcella Pian di Cengia, allungando di un’ora/un’ora e trenta il percorso. Dal Locatelli si torna brevemente al parcheggio per la strada/sentiero fatta alla partenza.

Il sentiero attrezzato del Monte Paterno è stata una delle rare occasioni in cui noi Fantastici 4 ci siamo ritrovati, per giunta anche da soli, quindi ci mancava solamente la divisa ed eravamo davvero un team “pericoloso”. La partenza è stata obbligatoriamente “bonoriva” dato il chilometraggio da fare in auto. Prima di arrivare alla nostra meta però ci siamo fermati al Bar Bianco, nei pressi di Auronzo, dove alle 7:45 del mattino ci siamo scofanati di gusto un bel panino con salame e formaggio. Troppo buono! Passateci se siete di strada e vi garantisco che la voglia di portare a casa qualcosa non vi lascerà stare!

Arrivati a Misurina abbiamo svoltato per la strada “panoramica” a pedaggio che porta fino al rifugio Auronzo. Per quanto panoramica possa essere, 20 euro per quel pezzo di strada sono una ladrata bella e buona, quindi per chi ha voglia di fare più dislivello e risparmiare 20 euro, può anche lasciare la macchina poco prima del pedaggio. Noi eravamo di fretta e quindi abbiamo pagato e siamo giunti dopo pochi minuti ai parcheggi appena sopra il Rifugio Lavaredo. Da qui si è sotto le Tre Cime di Lavaredo, ed il panorama è davvero splendido verso i Cadini di Misurina e le altre cime tutt’intorno.

Si parte quindi praticamente in  piano, sulla strada sterrata ben visibile che porta verso il Rifugio Lavaredo, deviando poco prima del rifugio, a sinistra sul sentiero 101 ed in breve si arriva all’omonima forcella (30 min circa – mt 2454). Da qui si scende verso nord in direzione del Rifugio Locatelli, proseguendo sul comodo sentiero che costeggia tutta la base del Monte Paterno. Per chi volesse c’è la possibilità di fare il percorso in cengia (più faticoso), risalendo di una cinquantina di metri verso la Croda del Passaporto.  C’è inoltre, per chi sceglie quest’ultima via,  la possibilità di passare direttamente sull’altro versante ed arrivare in cima al Paterno lungo un percoro in parte attrezzato, decisamente più impegnativo del sentiero che porta al Locatelli.  Noi scegliamo la via facile e poco prima del Locatelli (1 ora circa dalla partenza), si risale verso destra in direzione della visibilissima e caratteristica “Salsiccia di Francoforte”, uno sperone di roccia che si alza per una 20ina di metri proprio a fianco del sentiero.

Dalla Salsiccia, poco dopo iniziano le gallerie. Consiglio, in caso di “traffico escursionisti intenso” di indossare già prima di entrare  almeno l’imbrago anche se verrà usato solamente dopo una mezz’ora, all’uscita delle gallerie. Il casco va comunque messo subito perchè in molti punti il tetto è  basso e si rischia di rompersi la zucca! E’ necessaria qui la pila frontale (o comunque una luce). Le prime gallerie infatti sono scarsamente illuminate da alcuni fori laterali, ed il secondo tratto è completamente al buio. Il secondo tratto (temperatura bassa!) inizia spezzandoci il fiato per gli alti gradini artificiali (cavo metallico scorrimano per chi volesse aiutarsi) che fortunatamente poco dopo terminano con un percorso più graduale. Dalle varie aperture si possono scorgere degli splendidi panorami sulle vette intorno al Paterno.

A poco meno di  due ore dalla partenza si arriva all’attacco del sentiero attrezzato (targa commemorativa). Qui ci si mette il kit da ferrata e si parte risalendo facili roccette. Il cavo metallico è presente a tratti, dove serve e anche dove non proprio necessario, rendendo sicura e facile la salita. Si risale un piccolo canalino che può essere franoso in caso di pioggie o neve. Lo si raggiunge superando uno sperono attrezzato (anche troppo) e si raggiunge in breve Forcella del Camoscio.

Dalla Forcella ci sono ben tre scelte: proseguire sulla destra e salire alla vetta; proseguire sulla sinistra e continuare il giro ad est verso Pian di Cengia;  scendere lungo il sentiero detritico che tramite tratti attrezzati e gallerie riporta a Forcella Lavaredo. In alcune recensioni questa ultima opzione è sconsigliata a causa dello stato pessimo del canalino che scende dalla forcella. Personalmente abbiamo visto gente risalirlo senza grossi problemi.

Noi ovviamente pieghiamo in destra verso la vetta. Qui subito c’è la parte forse più impegnativa tecnicamente. Si salta un piccolo canalino attrezzato con un’agevole passo largo e si risale subito verso un bivio nel quale in caso di affollamento si può far coda. Per comodità e per dare maggior spazio a chi è in coda, si consiglia di salire verso destra e scendere verso sinistra. Il breve passaggio è verticale in entrambi i casi ma le rocce e gli appigli sono molto buoni e si evita di mettere mano al cavo. Da qui si riconquista una cengia  superiore sassosa dalla quale si arriva velocemente alla vetta del monte Paterno (mt. 2744 – ore 3 circa dalla partenza – con calma…)

La vetta è comoda e molto panoramica. Purtroppo noi abbiamo avuto la sfortuna di essere attorniati da nuvole belle dense e ci è stato negato in parte lo spettacolo, ma la vista sulle Tre Cime e su tutti i monti intorno è davvero suggestiva. Mangiamo qualcosa velocemente e ripartiamo. Si scende per lo stesso percorso della salita stando ben attenti a non far cadere sassi su chi è sotto di noi fino a ritornare alla Forcella del Camoscio. Lungo la discesa si vede già il proseguio del bellissimo percorso sull’altro versante della montagna. Da qui, dopo aver superato la coda di gente in attesa di passare il “bivio” attrezzato, si prosegue sul sentiero delle Forcelle risalendo questa cengia in molti punti attrezzata anche se lo stesso cavo diventa scomodo in alcuni punti perché costringe ad allargarsi verso l’esterno. Si passano due facili ma suggestivi ponticelli attrezzati e si sale ancora un po’ di quota, ammirando il percorso fatto fino ad ora, la cima del Paterno e le sempre presenti Tre Cime.

Il sentiero è divertente, piuttosto facile e non troppo faticoso. Si arriva in circa mezz’ora ad un ampio spiazzo panoramico che ci fa credere siano finiti i tratti attrezzati. Non è invece così perchè poco più giù si incontra una spaccatura da scendere tramite una piccola scaletta e cavo metallito e si risale sempre su tratto attrezzato. Questo è veramente l’ultimo pezzo attrezzato. Si arriva così velocemente a Forcella dei Laghi dalla quale si può proseguire facilmente verso Pian di Cengia, girare intorno alle crode e ritornare al Rifugio Locatelli, oppure tagliare direttamente dalla Forcella dei Laghi verso sinistra, scendendo lungo un facile ghiaione (attenzione a vecchi resti metallici nel primo tratto) per chi ha più familiarità con i ghiaioni. Bisogna solamente fare attenzione a non far ruzzolare rocce verso la gente che transita proprio sotto di noi e che arriva tramite il sentiero che collega al Locatelli!.

La discesa è veloce ma come detto, serve passo sicuro e fermo. Si incrocia così il sentiero 101, risparmiando sicuramente più di un’ora di tempo se non si vuole fare tutto il giro fino a Pian di Cengia. Il sentiero prosegue ora in piano e ci godiamo il Paterno dal versante opposto, intravedendo anche uno dei ponticelli superati precedentemente. In mezz’ora si arriva al Rifugio Locatelli dal quale, dopo una bella birra, ci godiamo con soddisfazione la vista della nostra vetta conquistata e di tutte le splendide cime che ci circondano.

In poco meno di un’ora si ritorna al parcheggio del Rifugio Auronzo tramite il sentiero o la strada fatta all’andata. Scendiamo velocemente  (prima però ci viene controllato la ricevuta di pagamento della strada a pedaggio!) perché non vediamo l’ora di tornare al Bar Bianco e mangiarci nuovamente un favoloso panico con salame e formaggio! Una bontà infinita!

La perfetta conclusione della giornata è stata la cena a casa di Max (Max ho capito.. guardare e non toccare! 🙂 ) con il gruppo escursionisti del Cai di San Donà di Piave. Bella serata, quattro chiacchiere, quattro risate,  una bella mangiata, addirittura quattro tiri a canestro (la fortuna del principiante mi ha fatto sbaragliare la concorrenza dei pagliacci di Alberto e Nicola 🙂 ) e anche quattro passi per digerire. Ovviamente la domenica al mare a far finta di nuotare guardando le bellezze marine (Amore mio lo dico solo per fare lo sborone, in verità sai che ho occhi solo per te!!!!) e così il weekend “Mare e Monti” è volato con graaaaande soddisfazione!

>>Le foto qui!!<<

Alla prossima vetta!

Ivo

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9 risposte a Monte Paterno

  1. Paja dice:

    E’ sempre un piacere leggere i tuoi racconti…

    Paja

  2. nicola dice:

    le tue foto sono sempre le migliori! pensa a quelle che potrai fare dalla Grohmann!!!

  3. Ivo dice:

    Grazie Paja e grazie Nicola!!

    PS: Nicola, le foto le faremo insieme 🙂

  4. Fabio dice:

    E io che ero contento di aver fatto Baita Angelini, Forcella Baranci e Colcerver con Sergio…
    Gran bel giro amico mio, e gran belle foto: si vede che a stare con i veri professionisti qualcosa stai imparando!
    Fatti vivo, che magari cerchiamo di mangiare una pizza insieme prima di Natale.
    Un abbraccio
    Cioli

  5. Ivo dice:

    Eh vecchio mio, tu ormai hai cambiato vie e vuoi le comodità del camper, di case in montagna, bambino, moglie e tutte cose!
    Eh già, ma come dici tu “vedremo quando avrai un figlio!”
    Grazie per avermi insegnato tutti i trucchi per fare delle foto belle (credeghe!)
    Cmq ci becchiamo la prossima settimana che è ora di alzare i calici! Oggi no perché sono già KO 😛
    Evviva!

  6. mizaweb dice:

    E’ sempre un piacere leggerti !

  7. Ivo dice:

    Grazie Michele!! Sempre gentile! In settimana arriva il giro sugli Sfornioi 😉
    Chissà che una volta non ci becchiamo in giro per San Donà…

  8. Becquerel dice:

    Anch’io ho fatto un giro molto simile al vostro (a parte la ferrata del Camoscio) fin sotto la Croda dei Toni, poi giù nel ghione di corsa fino al Comici e poi ancora su al Pian di Cengia: dalle 10 alle 20. Solo che quei 20 euro, accidenti a loro, se ne vale la pena spenderli…fossero un po’ meno cari, sarebbe meglio.

  9. Ivo dice:

    Ciao Bequerel e grazie per il commento! Bel giro decisamente pure il tuo!!
    Per quella zona può valere la pena spendere 20 euro “una tantum” 🙂 ma come dici tu, un po’ meno cari sarebbe meglio! Basterebbero 2 euro simbolici!
    Ciao!

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